Serve nuova riforma per gli anziani non autosufficienti

La categoria principalmente colpita da questa pandemia è quella degli anziani non autosufficienti. Categoria già trascurata dal sistema, dopo un anno di emergenza è diventata la categoria invisibile.

Nessuno pensa più agli anziani, abbandonati in case di cura, isolati dal mondo e dai propri cari. Costretti ad una vita da reclusi.

 

Cambiamento: cosa fare per gli anziani non autosufficienti

E’ necessario cambiare le cose, per questo serve una riforma del sistema di assistenza agli anziani non autosufficienti. I capisaldi della riforma devono essere lo sviluppo dei servizi domiciliari e la riqualificazione delle strutture residenziali.

Anziani Felici

A farsi portavoce di tale iniziativa, è Network non autosufficienza, che con il sostegno di molte associazioni ha studiato e inviato al Governo una proposta per l’avvio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Tra le varie attività troviamo nomi importanti come Associazione Italiana Malattia di Alzheimer, Alzheimer Uniti Italia, Cittadinanzattiva, Confederazione Parkinson Italia, Federazione Alzheimer Italia, Forum Disuguaglianze Diversità, Forum Nazionale del Terzo Settore, La Bottega del Possibile e Caritas Italiana.

 

L’idea è semplice, vogliamo sfruttare l’occasione offerta dal Pnrr per avviare il percorso della riforma nazionale del settore grazie a un primo pacchetto di azioni necessarie, a partire dall’analisi delle criticità esistenti. Anzitutto la frammentazione degli interventi pubblici, erogati da diversi soggetti non coordinati tra loro (Asl, Comuni, Inps ndr.) – racconta Cristiano Gori, coordinatore scientifico del Network.

 

L’obiettivo è dunque ricomporre in un unico canale l’accesso alle misure e far confluire le diverse prestazioni ricevute dalle persone in “progetti personalizzati unitari”. Collocando in un sistema di governance unitario le diverse linee di responsabilità, divise fra tre livelli di governo (Stato, Regioni, Comuni) e tre filiere ( prestazioni monetarie, servizi sociali e servizi sociosanitari). Cristiano Gori afferma che “La riforma assume il paradigma di un <prendersi cura> non solo sanitario ma multidimensionale: si tratta cioè di costruire progetti personalizzati che partano da uno sguardo globale sulla condizione dell’anziano, sui suoi molteplici fattori di fragilità, sul suo contesto di vita e di relazioni, organizzando le risposte di conseguenza“.

 

Novità per le persone non autosufficienti e per i loro familiari

Per la non autosufficienza sono previsti circa 7,5 miliardi, 5 dei quali destinati alla riforma della domiciliarità nel periodo tra il 2022 e il 2026. Secondo i calcoli effettuati da Network, questa è la giusta cifra per accompagnare una riforma importante e iniziare a offrire ad anziani e famiglie risposte più adeguate. Nel bilancio ordinario dello Stato, la spesa ordinaria aggiuntiva dal 2027 sarebbe di 1,3 miliardi l’anno. La proposta, tuttavia, non parte dagli stanziamenti dedicati bensì dalle azioni da sviluppare.

 

vasche da bagno con porta laterale prodotti italiani

Linea Oceano, azienda italiana operante nel settore sanitario e prima azienda nel settore della produzione e vendita di vasche con sportello e seduta alta per anziani e disabili è volta al sostegno di iniziative e associazioni come Network Non Autosufficienza.

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