Bonus ristrutturazione bagno 2025: scopri cos’è, a quanto ammonta e come richiederlo

29/04/2025

Vuoi ristrutturare il tuo bagno? Se stai pensando di rinnovare uno degli ambienti più importanti della tua casa, il 2025 è l’anno giusto per farlo. Grazie al bonus ristrutturazione bagno 2025, puoi realizzare i lavori che desideri risparmiando una parte significativa dei costi. Questa agevolazione fiscale ti consente infatti di detrarre fino al 50% delle spese sostenute per gli interventi di ristrutturazione, con un tetto massimo di 96.000 euro per unità abitativa.

Che si tratti della sostituzione dei sanitari, del rifacimento degli impianti idraulici, dell’installazione di nuovi rivestimenti o dell’adeguamento del bagno alle normative di sicurezza e accessibilità, il bonus ti permette di intervenire senza gravare troppo sul tuo budget. Inoltre, usufruendo dell’agevolazione, puoi aumentare il valore del tuo immobile e migliorare il comfort quotidiano della tua famiglia.

In questo articolo scoprirai tutto quello che c’è da sapere sul bonus ristrutturazione bagno 2025: chi può accedervi, quali lavori sono ammessi, come presentare la domanda e quali documenti servono. Una guida chiara e completa per aiutarti a fare scelte consapevoli e sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle agevolazioni fiscali.

Percentuali di detrazione negli anni

Le aliquote di detrazione fiscale previste per il bonus ristrutturazione bagno non rimarranno costanti nel tempo, ma seguiranno un andamento decrescente già definito dalla normativa.

Bonus ristrutturazione bagno 2025

Nel 2025, i contribuenti potranno beneficiare di una detrazione del 50% per gli interventi effettuati sulla prima casa, mentre per le seconde case l’aliquota sarà ridotta al 36%. Questo rappresenta l’anno più vantaggioso per avviare i lavori, soprattutto se si tratta dell’abitazione principale.

Bonus ristrutturazione bagno 2026/2027

Nel biennio successivo, 2026-2027, le percentuali caleranno: la detrazione sarà del 36% per le abitazioni principali e scenderà al 30% per le seconde case.

Bonus ristrutturazione bagno dal 2028 al 2033

Infine, a partire dal 2028 e fino al 2033, l’agevolazione si uniformerà al 30% per tutte le tipologie di abitazioni, senza distinzione tra prima e seconda casa.

È quindi consigliabile pianificare gli interventi di ristrutturazione il prima possibile per approfittare delle aliquote più elevate e massimizzare il risparmio fiscale.

Bonus ristrutturazione bagno: quali interventi sono ammessi?

Per usufruire del Bonus Ristrutturazione Bagno 2025, è fondamentale che i lavori eseguiti siano classificati come manutenzione straordinaria, secondo quanto stabilito dalla normativa urbanistica e edilizia vigente. Non rientrano quindi gli interventi puramente estetici o di semplice riparazione, se non inseriti in un contesto più ampio di rinnovamento.

Interventi ammessi

Tra le opere che possono beneficiare della detrazione troviamo:

• Ristrutturazione dell’impianto idrico-sanitario: sostituzione delle tubature, adeguamento degli impianti di adduzione e scarico alle norme attuali.
• Rinnovamento delle superfici: rifacimento di pavimenti, rivestimenti e piastrelle, se eseguito come parte di un intervento strutturale.
• Realizzazione o modifica del bagno: spostamento dei sanitari, installazione di nuovi elementi o costruzione di un bagno dove prima non esisteva.
• Adeguamento per persone con disabilità: installazione di sanitari specifici, maniglioni di sostegno e miglioramento dell’accessibilità.
• Interventi per ripristino dopo calamità naturali.
• Manutenzione ordinaria solo se relativa a parti comuni condominiali.

Spese detraibili

Oltre ai lavori, è possibile portare in detrazione anche:

• Spese per progettazione e consulenze tecniche
• Costi per la presentazione della CILA
• Acquisto di materiali, sanitari e accessori
• Manodopera, montaggio e posa in opera

Chi può richiedere il bonus ristrutturazione bagno?

Il Bonus Ristrutturazione Bagno 2025 può essere richiesto da tutti i contribuenti che possiedono o detengono, a qualsiasi titolo, un immobile ad uso residenziale. Questo include proprietari, usufruttuari, inquilini o comodatari, purché sostengano direttamente le spese e rispettino i requisiti previsti dalla legge.

Per accedere alla detrazione è necessario che:

• L’immobile sia adibito a uso abitativo, quindi esclusi locali commerciali, strutture ricettive, uffici o altri immobili non residenziali.
• Gli interventi rientrino nella manutenzione straordinaria, come definita dal Testo Unico dell’Edilizia (D.P.R. 380/2001).
• I pagamenti vengano effettuati tramite bonifico parlante, contenente i dati del beneficiario, il codice fiscale del contribuente e la causale specifica del versamento.

Chi non rispetta questi criteri non potrà usufruire del bonus. È quindi fondamentale verificare attentamente la destinazione d’uso dell’immobile e la natura degli interventi prima di avviare i lavori.

Come si può richiedere il Bonus bagno?

Per richiedere il Bonus Ristrutturazione Bagno 2025, non è necessario inviare una domanda preventiva: l’agevolazione fiscale si ottiene direttamente in sede di Dichiarazione dei Redditi. I contribuenti devono indicare le spese sostenute nel corso dell’anno, suddivise in quote annuali, utilizzando uno dei modelli fiscali previsti:

• Modello 730, destinato a lavoratori dipendenti e pensionati;
• Modello Redditi Persone Fisiche (ex Unico), riservato a lavoratori autonomi e ad altri soggetti non titolari di CU.

È fondamentale compilare correttamente i campi relativi alle detrazioni e allegare tutta la documentazione necessaria: fatture, ricevute dei bonifici parlanti, eventuale CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata), permessi comunali e attestazioni di spesa. Tutti questi documenti devono essere conservati per almeno cinque anni, in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Documenti da conservare per usufruire delle detrazioni

Per usufruire correttamente del Bonus Ristrutturazione Bagno 2025 e beneficiare della detrazione fiscale del 50%, è indispensabile conservare una serie di documenti che attestino la regolarità degli interventi e dei pagamenti effettuati. La documentazione da conservare comprende:

• Fatture dettagliate relative ai lavori eseguiti e ai materiali acquistati;
• Ricevute dei bonifici parlanti, che devono riportare la causale corretta, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e la partita IVA o codice fiscale dell’impresa esecutrice;
• Permessi edilizi, come la CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata), se richiesta in base alla natura dei lavori;
• Dati catastali dell’immobile oggetto dell’intervento;
• Relazioni tecniche o dichiarazioni del professionista che attestino che i lavori rientrano nella manutenzione straordinaria.

Tutta questa documentazione deve essere conservata per almeno cinque anni, poiché potrebbe essere richiesta dall’Agenzia delle Entrate in caso di controlli. La mancanza anche di un solo documento può compromettere l’accesso al beneficio fiscale.

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